Nutrizione Archives - Ludovico Palma Nutrizionista

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4 Dicembre 2024

Le proteine sono uno dei tre principali macronutrienti dell’alimentazione, sono presenti in moltissimi cibi, molti dei quali vengono spesso poco considerati. E’ uno dei fattori a  cui si rivolge più attenzione, forse troppa, soprattutto in ambito sportivo e per la crescita di massa muscolare. Così, diventa molto importante sapere alcune caratteristiche e nozioni per gestire al meglio questo macronutriente. Ad esempio, è fondamentale considerare l’apporto energetico della quota proteica e di conseguenza il fabbisogno necessario rispetto all’obiettivo scelto, la propria condizione e le abitudini alimentari. 

Ci sono molte variabili che possono determinare quantità diverse da soggetto a soggetto, come: 

  • età, 
  • sesso, 
  • attività sportiva, 
  • composizione corporea,
  • stato di salute.

Per questo è importante affidarsi sempre ad un medico o ad un biologo nutrizionista. così da avere una dieta equilibrata considerando tutti questi aspetti.

Cosa sono le proteine?

Il termine proteine deriva dalla lingua greca e significa di “primaria importanza”. Dal punto di vista strutturale le proteine sono simili ai carboidrati ed ai lipidi poiché contengono atomi di carbonio, idrogeno ed ossigeno. Queste molecole, tuttavia, contengono anche l’azoto, lo zolfo ed occasionalmente fosforo, cobalto e ferro. Le proteine sono costituite da sequenze di aminoacidi, ossia l’unità costitutiva della proteina, che si uniscono tra loro particolari legami detti peptidici. Gli amminoacidi sono 20, siccome l’organismo non è in grado di sintetizzarne alcuni ( chiamati per questo essenziali) è necessario assumerli con l’alimentazione.

Una persona di adulta ha di solito dai 10 ai 12 kg di proteine con la maggiore quantità localizzata all’interno del muscolo scheletrico. L’organismo può sintetizzare circa 80000 tipi diversi di proteine, le singole cellule contengono migliaia di proteine differenti; alcune hanno una conformazione lineare altre tridimensionali. 

Le funzioni biochimiche e le proprietà di ogni proteina dipendono dalla sequenza specifica degli aminoacidi che la compongono.

Funzione delle proteine nel corpo

Le proteine sono presenti nel corpo umano soprattutto nel plasma, nei tessuti degli organi e nella massa muscolare. Non esistono scorte libere di proteine, infatti sono tutte impegnate in diverse funzioni, come quella:

  • plastica nella formazione e struttura dei tessuti, 
  • energetica, anche se in minima parte, soprattutto in assenza di adeguate quantità di glicogeno muscolare
  • regolatrice, gli enzimi sono fondamentali per il funzionamento del metabolismo;
  • di trasporto ( come ad esempio l’emoglobina, l’albumina, la mioglobina), 
  •  nel metabolismo ormonale e del sistema immunitario.

Le proteine rappresentano il 12-15% della massa corporea , ma vi è una grande differenza nel contenuto proteico delle diverse cellule.  Per esempio un neurone contiene solo il 10% di proteine, mentre una cellula muscolare o un globulo rosso il 20%. Inoltre, il contenuto proteico del muscolo scheletrico può aumentare in seguito ad un allenamento di potenziamento e rinforzo muscolare.

Proteine, alimentazione e massa muscolare : metabolismo delle proteine

Il complesso delle reazioni che portano alla sintesi di tessuti si chiama anabolismo e la richiesta e necessità di aminoacidi variano in relazione a specifiche condizioni. Ad esempio nel periodo di crescita e sviluppo circa un terzo delle proteine assunte con la dieta viene usato per processi di sintesi. Una volta raggiunta una massa corporea costante la necessità dell’apporto proteico è legato principalmente alla continua distruzione e risintesi delle proteine strutturali.

Quindi la principale funzione delle proteine della dieta è quella di dare  aminoacidi da usare nei processi anabolici. Invece, un’altra quota proteica viene sfruttata a scopo energetico andando incontro ad una degradazione (catabolismo). Il catabolismo delle proteine determina che queste vengono scisse in singoli aminoacidi, l’azoto liberato attraverso un processo che avviene nel fegato e forma urea. A sua volta, l’urea prodotta viene eliminata con le urine. 

Tipologie di proteine nell’alimentazione

Come già accennato, otto aminoacidi (nove in persone anziane e bambini) non possono essere sintetizzati dal nostro organismo e devono pertanto essere introdotti con la dieta. Si tratta degli aminoacidi essenziali, gli altri sono definiti non essenziali in quanto il nostro organismo li riesce invece a produrre. 

Il valore biologico (VB) è un indice che serve valutare le proteine introdotte con l’alimentazione. Questo indice si esprime con un valore numerico ed indica quantità, qualità ed al rapporto degli aminoacidi essenziali presenti negli alimenti. 

Fonti di proteine nobili, ad alto valore biologico, sono ad esempio uova, latte, carne ,pesce e pollame. Sorgenti di proteine di alta qualità sono così il siero, il colostro, la caseina, il latte e le uova. Proprio quest’ultime sono in cima alla classifica perché forniscono una miscela di aminoacidi essenziali ottimale rispetto agli altri alimenti. Tuttavia, va considerato che nelle uova la quantità per 100 gr di aminoacidi è più bassa rispetto ad altri cibi.

Le proteine di origine animale posseggono sempre proteine nobili mentre quelle vegetali sono incomplete mancando sempre di uno o più aminoacidi. Si può facilmente risolvere questo problema abbinando nello stesso pasto due cibi di origine vegetale che compensano a vicenda le loro mancanze. Ad esempio un ottimo abbinamento è quello tra legumi e cereali integrali. Così anche chi segue una dieta vegetariana o vegana può avere un’alimentazione equilibrata e completa. In alternativa sono presenti integratori alimentari come proteine in polvere o aminoacidi essenziali che possono sopperire alla mancanza. 

Affidarsi ad un nutrizionista è sempre la migliore soluzione per avere un piano alimentare equilibrato e che rispetti fabbisogni e stili di vita. Infatti, bisogna considerare che gli alimenti con maggior quantità presenza di proteine hanno anche altri nutrienti come ad esempio grassi, carboidrati e minerali da bilanciare. 

Proteine, alimentazione e massa muscolare : Quante proteine mangiare?

Infine, uno degli argomenti più dibattuti in ambito nutrizionale è quante proteine occorrano per soddisfare i fabbisogni, soprattutto in ambito sportivo. Le linee guida e gli studi scientifici offrono dei dati oggettivi chiari da utilizzare. 

A differenza di quanto pensano in molti, non esiste un reale vantaggio nell’aumentare in modo eccessivo l’apporto proteico giornaliero per aumentare la massa muscolare. Questa non aumenta soltanto consumando cibi ricchi di proteine, ma con il giusto apporto energetico e di tutti i macronutrienti. 

La dose giornaliera raccomandata è di 0.8 gr/kg di peso corporeo, che però esprime l’apporto proteico minimo per non avere problemi da carenza proteica nella popolazione generale.

In popolazioni specifiche, come gli anziani o sportivi, un apporto proteico maggiore di 1 gr/ kg di peso corporeo è addirittura consigliato. Così, in atleti impegnati in allenamenti intensi, si suggerisce di consumare tra 1.2 e 2 gr di proteine/ kg di peso corporeo.

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19 Novembre 2024

Non è semplice affrontare il tema della dieta chetogenica in Italia, patria della pasta, della pizza, della dieta mediterranea e del buon cibo in generale. Tuttavia, è importante farlo perché questo tipo di dieta  sta riscuotendo sempre più attenzione e successo che possono generare pericolosi fenomeni di improvvisazione. Infatti, la chetogenesi ,come altri approcci dietetici e nutrizionali, presuppone la conoscenza di alcuni processi fisiologici e metabolici di base, in questo caso meno scontati. In tale approccio è indispensabile la guida di un professionista ,qualificato ed esperto, che consideri le diverse esigenze salutari o di prestazione sportiva della persona. 

Qualsiasi sia il motivo per cui una persona segua una dieta chetogenica va sempre calibrata e monitorata nel tempo. Il medico ed il biologo nutrizionista sono i professionisti in grado di fornire una dieta chetogenica con solide evidenze scientifiche, garantendo sicurezza e  risultati. 

Cos’è la dieta chetogenica?

La dieta chetogenica è nata più di cento anni fa per scopi terapeutici, in particolare nel trattamento dell’epilessia. Successivamente questo regime alimentare si è evoluto e adattato consentendo l’applicazione in diversi contesti, quindi anche per il dimagrimento. 

Questa dieta induce il corpo ad entrare in un particolare stato fisiologico e metabolico che utilizza, a scopo energetico, i grassi invece degli zuccheri. Infatti, l’organismo impiega principalmente il glucosio per produrre energia e svolgere tutte le sue funzioni. Con la dieta chetogenica viene fortemente limitata la disponibilità di carboidrati inducendo il corpo ad utilizzare i grassi e producendo delle molecole: i corpi chetonici.  

La dieta chetogenica prevede un apporto di carboidrati molto basso, di proteine discreto e di grassi medio-alto.  In questo modo il corpo entra in chetosi, di solito dal terzo giorno di dieta e finché si mantiene un basso apporto di carboidrati. Spesso si associa la riduzione dei carboidrati ad una perdita di peso automatica, questo non è assolutamente vero. Infatti, il bilancio energetico è sempre il punto centrale dal quale partire per una perdita di grasso e di peso. Le calorie contano ed a prescindere dal tipo di alimentazione che si segue se si introducono meno calorie rispetto ai fabbisogni energetici si dimagrisce. 

Infine, poiché la quantità di proteine non è alta e rispetta le linee guida ed i fabbisogni della persona, la dieta chetogenica non è iperproteica

Caratteristiche della chetosi

Va specificato che la chetosi fisiologica, ottenuta dalla riduzione di carboidrati e la formazione di corpi chetonici, non crea nessun problema ad un organismo sano.  Spesso la preoccupazione nei confronti di questo approccio dietetico è che la chetosi porti ad una acidificazione del sangue. Tuttavia, in un soggetto sano ci sono dei meccanismi che controllano la chetosi e impediscono che accada una cosa simile.  

La chetosi,che il corpo induce in assenza di quantità adeguate di carboidrati, potrebbe essere una conseguenza di un adattamento ed un’evoluzione ancestrale. Se presente una quantità sufficiente di carboidrati la maggior parte di organi e tessuti utilizza proprio questi per ottenere energia. Ci sono poi alcune eccezioni, ad esempio il cuore utilizza sempre un misto glucosio, acidi grassi e chetoni. Il glucosio viene ottenuto maggiormente dai carboidrati assunti dalla dieta ma una parte può essere prodotta anche a partire da altre sostanze. 

La quantità di chetoni, con un’alimentazione del genere, aumenta molto e dopo qualche giorno la maggior parte dell’energia deriverà da acidi grassi e chetoni. Il cervello continuerà invece a bruciare chetoni e glucosio ma con un’elevata percentuale di chetoni. Altri organi, oltre al cervello, necessitano di glucosio per funzionare correttamente, tra questi: i globuli rossi, la midollare del surrene ed il midollo osseo. 

I vantaggi

I principali e più accreditati vantaggi di seguire una dieta chetogenica sono:

  • perdita di peso
  • diminuzione del senso di fame
  • riduzione delle emicranie e cefalee
  • calo della glicemia nel sangue 
  • riduzione di alcuni marcatori dell’infiammazione

Oltre a questi benefici la dieta chetogenica è molto studiata ed usata in ambito neurologico e nel trattamento di alcune patologie. Ad esempio, l’efficacia della dieta chetogenica nel trattamento dell’epilessia è ormai testimoniata da molti studi scientifici. Recenti studi sembrerebbero indicare come la dieta chetogenica possa contribuire anche al trattamento di patologie neurodegenerative come Parkinson, Alzheimer e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). 

Proprio in virtù dei diversi aspetti, per i quali questo tipo di alimentazione può essere sfruttata, sono presenti differenti tipi di diete chetogeniche. Le differenze dietetiche sono determinate principalmente dal grado di chetosi e da ciò che si vuole ottenere in base alla condizione presente. 

Tipologie di dieta chetogenica

Come tutte le diete anche la dieta chetogenica deve essere correttamente calibrata su un corretto quantitativo di energia (calorie) rispetto ai fabbisogni della persona. Però rispetto agli altri tipi di protocolli, la chetosi viene innescata da un preciso rapporto tra grassi e la somma di proteine e zuccheri. Questo rapporto viene chiamato rapporto chetogenico e può variare da 1:1 a 4:1 , in base a che livello di chetosi si voglia arrivare. 

La dieta chetogenica originaria, ad esempio, presuppone un rapporto 4:1 con una quantità di grassi molto elevata in grado di garantire una chetosi profonda. Questo tipo di approccio si è visto avere degli ottimi risultati soprattutto con le crisi epilettiche. 

Un altro tipo di dieta chetogenica è la VLCKD, ossia Very Low-Calorie Ketogenic Diet, una dieta fortemente ipocalorica molto spesso utilizzata in casi di obesità. In questo caso il rapporto chetogenico è meno sbilanciato in favore dei grassi e si privilegia una perdita di peso rapida. Un altro tipo di dieta chetogenica è quella MCT (Medium Chain Triglyceride), in cui i grassi sono costituiti da acidi grassi a catena media. Questa tipologia di grassi sono presenti ad esempio nell’olio di cocco ed altre fonti di vegetali. 

La dieta chetogenica è sempre la scelta giusta?

Nonostante la dieta chetogenica sia molto utilizzata, è importante sapere che non sempre rappresenta la soluzione corretta e ideale per dimagrire. Non tutti gli individui rispondono allo stesso modo e soprattutto non è un  modello alimentare che è possibile applicare senza considerare alcune condizioni mediche.

Infatti la dieta chetogenica è sconsigliata per soggetti cardiopatici, con patologie della tiroide, della cistifellea e con diabete di tipo 1. Anche in gravidanza ed allattamento è un tipo di alimentazione da evitare così come in soggetti con patologie renali o epatiche. Le persone  che seguono la dieta chetogenica hanno più possibilità di sviluppare stitichezza, carenze nutrizionali ed altre malattie croniche. 

La dieta chetogenica presuppone pianificazione, preparazione e qualche sacrificio. Nella fase di passaggio alla chetosi si possono sperimentare sensazioni di affaticamento, mal di testa, stordimento che cessano appena si entra in chetosi. 

In ultimo non è da sottovalutare che essendo una dieta restrittiva molte persone trovano difficoltà a cenare fuori e mantenere una piacevole socialità. E’ bene ricordare che i vari protocolli dietetici e dimagranti non sono valevoli indiscriminatamente per tutti. Trovare la corretta soluzione ed alimentazione, in base alla propria condizione, con un nutrizionista è la scelta più saggia. 

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5 Luglio 2022

In questi anni di attività da nutrizionista ho notato come tra le richieste più diffuse vi sia quella del mantenimento del peso ideale.  Mi capita spesso di incontrare persone che dopo aver seguito un percorso dimagrante riprendono parte o tutti i chili persi con la dieta. Tutto ciò è frustrante e poco sano, l’insuccesso fa diminuire l’autostima e la possibilità di risolvere il problema definitivamente. 

La bilancia è uno strumento che misura il peso di una persona, un dato parziale, che non da ulteriori elementi per capire cosa stia succedendo al corpo. Prima di farsi influenzare l’umore da ciò che leggiamo sulla bilancia, sarebbe bene considerare altri fattori ed il contesto generale in cui avviene la misurazione.  Così,  non è affatto semplice individuare il peso ideale e dei criteri, validi per tutti, per poterlo raggiungere e mantenere. 

Esiste il Peso Ideale?

Il peso che leggiamo sulla bilancia è un insieme di componenti del nostro corpo che dipendono da diversi fattori personali e soggettivi. Quindi, il primo errore sta proprio nell’andare a identificare in un numero un concetto ben più ampio. Il peso è la variabile più semplice da misurare ma non dà informazioni sulla composizione corporea che spiega, invece, molto meglio le relazioni tra peso e salute. 

Ovviamente, l’analisi accurata della composizione corporea richiede strumenti e test che solo un nutrizionista o un medico possono determinare e saper leggere. Esistono diverse analisi e metodi per la valutazione della composizione corporea, vediamone alcuni : 

  • DEXA o assorbimetria a raggi X  a doppia energia : attualmente il miglior modo per valutare la composizione corporea anche se l’apparecchiatura è costosa e poco disponibile in ambito clinico, 
  • Plicometria : attraverso il plicometro si rileva lo spessore di grasso sottocutaneo misurando pliche cutanee in determinate zone del corpo, 
  •  Bioimpedenziometria (BIA) : Metodo rapido, non invasivo per la determinazione della composizione corporea a partire dallo stato di idratazione,
  • Adipometria: metodica ecografica che consente la misura dello spessore del tessuto adiposo sottocutaneo. 

Ci sono poi metodiche più semplici ed alla portata di tutti per una valutazione meno specifica: 

  • Circonferenza vita: indice utile per capire la distribuzione e la quantità di grasso viscerale, fattore di rischio per patologie croniche, 
  • Indice di massa corporea (IMC): per stabilire se il proprio peso rientri nella normalità. 

Indice di Massa Corporeo e Peso Ideale

L’indice di massa corporeo è ciò che si avvicina di più alla stima di un peso ideale.  Questo indice mostra diversi intervalli in cui ci si può ritrovare in base al proprio peso ed altezza. Infatti, l’indice di massa corporeo viene definito come il rapporto tra il peso e l’altezza in metri al quadrato: 

IMC (indice di massa corporeo) = Peso in Kg / Altezza in metri al ²

In base al risultato l’indice di massa corporeo si colloca in diversi intervalli:

        17-18,4 kg/m² Sottopeso
        18,5-24,9 kg/m² Normopeso
        24,9-29.9 kg/m²  Sovrappeso
        30-39.9 kg/m² Obesità
      >40 kg/m² Obesità grave
Tabella; Indice di Massa Corporeo

Ad esempio una donna di 62 kg alta 1,65 m ha un indice di massa corporeo di 22,8 kg/m².

Come si vede dalla tabella gli intervalli di riferimento per l’indice di massa corporeo sono ampi. Così, ci sono diversi pesi che in rapporto alla propria altezza possono indicare un peso adeguato e normale. Per questo, il peso ideale inteso come una cifra che non si contestualizzi e muti nell’arco del tempo è difficile da stabilire.

L’indice di massa corporeo ha la facilità di utilizzare parametri semplici da ottenere come peso ed altezza, ma ha lo svantaggio di non dare informazioni riguardo la quantità e distribuzione di massa grassa.  Ad esempio, è possibile che un soggetto molto sportivo, a parità di peso ed altezza, rispetto ad un soggetto sedentario abbia lo stesso peso.

Solo valutando la composizione corporea si scopre che, il soggetto sportivo ha più massa muscolare e meno massa grassa di quello sedentario. E’ chiaro come avere più massa muscolare e meno massa grassa ,anche se a parità di peso, sia sicuramente meglio per la salute. 

Bilancio energetico, mantenimento del Peso Ideale e del Normopeso

In conclusione, raggiungere e mantenere un unico peso ideale può essere un obiettivo fuorviante e poco chiaro. Se si vuole avere un’idea precisa della propria composizione corporea affidarsi ad un nutrizionista o un medico che svolga i test e le misure adeguate è la cosa migliore. Altrimenti, per una valutazione più generica l’indice di massa corporeo e le circonferenze  possono essere sufficienti. 

La regolazione del peso corporeo è un insieme di variabili fisiologiche, metaboliche, ambientali, comportamentali e genetiche, che controllano quanta energia assumiamo e quanto ne spendiamo. 

La composizione corporea ed il peso sono il risultato tra quanta energia entra e quanta ne esce.

Se si introduce più di quanta se ne consuma, l’eccesso viene depositato sotto forma di grasso, con aumento del peso. Se introduciamo meno energia di quanta se ne consuma, il corpo utilizza le proprie riserve per far fronte alle richieste ed il peso e la massa grassa diminuiscono.  

Non è semplice fare una stima del proprio dispendio e fabbisogno energetico, ci sono molte variabili da considerare. Però la propria esperienza, uno stile di vita attivo e la lettura delle linee guida di una corretta e sana alimentazione possono già fare tanto. 

In caso di sovrappeso, obesità o sottopeso è importante consultare un medico o un nutrizionista per esaminare le condizioni cliniche ed avere gli opportuni suggerimenti. 

Se sei determinato a voler modificare la tua alimentazione senza rinunciare al piacere del cibo, segui il mio blog!