Corretta Alimentazione Archives - Pagina 2 di 2 - Ludovico Palma Nutrizionista

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16 Maggio 2022

Il titolo può sembrare provocatorio ed in contrasto con la professione del nutrizionista ma non è affatto così. Molte persone pensano, credono e consigliano che per stare in forma ed in salute la nostra alimentazione debba escludere e condannare il junk food.  E’ realmente così?

Cosa si intende per Junk food?

Per junk food, in italiano cibo spazzatura, si indica un tipo di preparati dell’industria alimentare caratterizzati da un alto contenuto calorico ma di scarso valore nutrizionale. Proprio per questo, cibi come merendine, bevande analcoliche, patatine fritte sono spesso incriminati ma allo stesso tempo adorati da bambini ed adulti. 

In effetti valutando le caratteristiche nutrizionali principali dei junk food sembrerebbe proprio che siano il cibo del diavolo: 

  • Scarso valore nutrizionale
  • Elevato apporto energetico
  • Elevato apporto di sale 
  • Elevato apporto di zuccheri raffinati
  • Elevato apporto di colesterolo, lipidi saturi e/o acidi grassi idrogenati (trans)

Tuttavia, è necessaria un’astinenza del 100%? 

Se il junk food non piace o non rientra naturalmente nel proprio stile di vita il problema è presto che risolto. 

Invece, questo articolo è rivolto alla maggioranza di persone che ama questi cibi ma spesso sperimenta un conflitto interno: da un lato, si amano e si trovano buonissimi ; dall’altro, non si vuole rovinare la salute.

Riferirsi al cibo come “spazzatura” crea una dicotomia tra “cibo buono” e “cibo cattivo” che fa più male che bene e vedremo in seguito il perché. 

Perché mangiare cibo spazzatura

Si può includere junk food nella dieta, senza sentirsi in colpa o preoccuparsi che possa rovinare la salute.

Quando si segue un piano alimentare volto al dimagrimento, l’estrema rigidità e totale astinenza nei confronti di questi cibi può essere altamente controproducente. 

Si può innescare un circolo vizioso per cui accade che si dica si non mangeranno mai più ciambelle fritte. Poi se ne mangia una. Questo porta a dire “Basta! Mangio tutte le ciambelle”. Ad un certo punto (magari un qualsiasi lunedì) si riprova con una nuova promessa di astinenza ed il ciclo continua. Questo finché motivazione e voglia di ottenere risultati non scemano e si interrompe il percorso.

A questo punto, converrebbe includere settimanalmente o addirittura giornalmente un momento in cui mangiare questo tipo di alimenti. Per la maggior parte delle persone, includere regolarmente cibo che piace, anche se poco dietetico, aiuta a frenare le voglie e a sentirsi più soddisfatti.

Attenzione, questo concetto non è sempre valido per tutti. Ognuno conosce se stesso meglio di chiunque altro, quindi se un determinato alimento fa perdere totalmente il controllo, ad esempio gestendo con difficoltà la propria porzione,  a volte è più facile astenersi completamente, almeno per un periodo di tempo.

Come gestire il Junk food nella dieta

In genere tutto ciò di cui si ha bisogno per migliorare la salute, le prestazioni atletiche e la composizione corporea è: seguire una dieta composta da circa l’80 %  percento di cibi sani e non trasformati e ricchi di nutrienti ed il 20% cibi con elevata densità energetica e meno nutrienti. 

Questo tipo di strategia, definita anche alimentazione flessibile, risolve così il conflitto e trova un equilibrio che spesso si ritiene irraggiungibile. Anche se si è iniziato un percorso per essere più sani ed in forma non si dovrebbe escludere delle categorie alimentari che ci piacciono. Con l’aumento della restrizione alimentare, crescono anche altri problemi come l’ossessione alimentare, l’ansia e l’alimentazione disordinata che determinano un effetto controproducente.

Allo stesso tempo, è sempre bene ricordare che consumare quantità elevate di cibi di bassa qualità probabilmente peggiorano la condizione fisica e lo stato di salute. 

Con questo articolo non vorrei minimamente far passare il concetto che il junk food sia salutare e possa essere mangiato tutti i giorni senza problemi. Tuttavia, volevo esporre una problematica che causa rinuncia e sconforto in molte persone che iniziano percorsi di dimagrimento e miglioramento della propria salute.

Se sei determinato a voler modificare la tua alimentazione senza rinunciare al piacere del cibo, segui il mio blog!


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9 Novembre 2021

Le reazioni indesiderate al cibo sono comuni, molte di queste sono causate da intolleranze o allergie alimentari. Un’intolleranza alimentare può causare alcuni degli stessi sintomi di un’allergia alimentare, così spesso si confondono. E’ importante capire le differenze in quanto l’allergia alimentare, reazione immunologica avversa al cibo, è una malattia con elevato impatto sulla qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti e dei loro familiari.

Differenza tra allergie ed intolleranze alimentari

 Allergie alimentari:

L’allergia alimentare è una reazione immunologica specifica e riproducibile legata all’ingestione degli alimenti. È una vera e propria malattia con precise caratteristiche che riguarda singoli individui; esistono componenti genetiche che ne determinano la predisposizione.

Una vera allergia alimentare provoca una reazione del sistema immunitario che colpisce numerosi organi del corpo. Può causare una serie di sintomi. In alcuni casi, una reazione allergica al cibo può essere grave o pericolosa per la vita.

Intolleranze Alimentari:

Al contrario, i sintomi dell’intolleranza alimentare sono generalmente meno gravi e spesso limitati a problemi digestivi. Le intolleranze alimentari non coinvolgono il sistema immunitario, dipendono da una difficoltà dell’organismo a metabolizzare un dato alimento o un suo componente.

Con un’intolleranza alimentare, si possono mangiare piccole quantità del cibo incriminato senza problemi ed anche prevenire una reazione. Ad esempio, se hai un’intolleranza al lattosio, potresti essere in grado di bere latte senza lattosio o assumere pillole di enzimi lattasi per aiutare la digestione.

Quali sono le cause ed effetti delle intolleranze ed allergie alimentari?

Cause ed effetti delle allergie:

Quando si soffre di allergia alimentare il sistema immunitario individua un alimento o una sostanza in esso presente come qualcosa di dannoso (allergene): per neutralizzarlo rilascia quindi anticorpi (immunoglobuline E, note anche come IgE).

I sintomi dell’allergia sono dovuti alla reazione immunitaria scatenata dall’incontro degli allergeni con gli anticorpi. Includono principalmente:

  • shock anafilattico,
  • orticaria-angioedema,
  • manifestazioni allergiche (orticaria e anafilassi) associate all’esercizio fisico dopo consumo di un alimento,
  • disturbi respiratori (asma e rinite),
  • sindrome orale-allergica, disturbi gastroenterici.

La caratteristica fondamentale è l’immediatezza della loro insorgenza: i sintomi insorgono a breve distanza dall’assunzione dell’alimento coinvolto (2-4 ore) e sono tanto più gravi quanto più precocemente insorgono.

La presentazione delle allergie alimentari può variare in base all’età, all’allergene alimentare coinvolto, al tipo e alla tempistica della reazione.

Quali sono gli alimenti più pericolosi per le allergie alimentari?

Tutti gli alimenti possono indurre anafilassi, ma i classici “big eight”, gli otto gruppi di alimenti più frequentemente in causa sono:

  1. arachidi,
  2. frutta a guscio,
  3. soia,
  4. crostacei e molluschi,
  5. pesce,
  6. latte,
  7. uova
  8. cereali.

Latte, uova, arachidi, pesce, soia e frumento: sono gli alimenti, causa di eczemi o reazioni pruriginose per circa 7% di bambini italiani, cui si aggiungono molluschi, nocciole e frutta con guscio messi al bando dal 3% della popolazione adulta. 

Cause ed effetti delle intolleranze:

Le cause dell’intolleranza alimentare includono:

  • Assenza di un enzima necessario per digerire completamente un alimento. L’intolleranza al lattosio è un esempio comune.
  • Sindrome dell’intestino irritabile. Questa condizione cronica può causare crampi, costipazione e diarrea.
  • Stress ricorrente o fattori psicologici. A volte il solo pensiero di un cibo può farti star male. Il motivo non è completamente compreso.
  • Celiachia. La celiachia ha alcune caratteristiche di una vera allergia alimentare perché coinvolge il sistema immunitario. I sintomi includono spesso problemi gastrointestinali e non correlati all’apparato digerente, come dolori articolari e mal di testa. Tuttavia, le persone con malattia celiaca non sono a rischio di anafilassi. Questa condizione digestiva cronica è innescata dal consumo di glutine, una proteina presente nel grano e in altri cereali.

Diagnosi, test e dieta per le allergie:

Allergie alimentari:

Purtroppo non esiste un test standard per confermare o escludere la presenza di un’allergia alimentare. La descrizione dei sintomi, la presenza di allergie alimentari in famiglia, un approfondito esame fisico che porti a escludere o individuare altri problemi, potranno aiutare nella diagnosi.

Indispensabile, poi, sarà sottoporsi a test per le allergie. Tra questi ci sono:

Prick test: la cute viene perforata da un ago per consentire la penetrazione dell’allergene: se dopo 20 minuti intorno al punto dell’iniezione si genera un ponfo rosso e caldo, significa che il soggetto è sensibile.

Rast test o test di radio-allergo-assorbimento: è un esame del sangue in grado di misurare la risposta del sistema immunitario a determinati alimenti controllando la quantità nel sangue delle immunoglobuline E (o IgE).

Prick by prick: si basa sull’impiego diretto dell’alimento ritenuto allergizzante.

Dieta:

Una volta accertata la presenza di un’allergia alimentare, attraverso test clinici validi scientificamente, si dovrà seguire un’alimentazione di esclusione. L’eliminazione di quel determinato alimento dovrebbe portare alla scomparsa dei sintomi. E’ importante che la dieta sia elaborata da un professionista (medico, biologo nutrizionista, dietista) così da valutare correttamente lo stato nutrizionale delle persona.

L’eliminazione dell’alimento e dei suoi derivati dovrà essere scrupolosa ed effettuata per un periodo di tempo ben definito. Se sarà verificato un rapporto di causa-effetto verrà proposto, successivamente, un test di provocazione orale in ambiente protetto che dovrà dimostrare la ricomparsa dei sintomi.

Solo dopo l’esito positivo di questo esame la dieta di eliminazione da diagnostica diverrà terapeutica.


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26 Maggio 2020

La celiachia è una patologia autoimmune su base infiammatoria, si manifesta in seguito ad ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Colpisce persone di tutte le età, in prevalenza donne con un rapporto di 1.5-2 rispetto agli uomini, e talora con almeno un familiare di primo grado celiaco (10% dei casi). Questa patologia è causata da una reazione al glutine, un complesso proteico presente in molti cereali - grano, farro, segale, orzo, spelta, triticale e in tutti gli alimenti che li contengono: pane, pasta, pizza e biscotti etc. L'esposizione al glutine, genera una risposta infiammatoria che può portare ad una progressiva riduzione dei villi intestinali, fino alla completa atrofia, interferendo con l'assorbimento delle sostanze nutritive. La mucosa è meno capace di assorbire i nutrienti, i minerali e le vitamine liposolubili A, D, E e K.